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Concorsi di architettura >> Monumento alla Resistenza

         

Concorso per un monumento dedicato alla Resistenza
ai Giardini Civici (La Spezia)

Ente banditore: Comitato Provinciale Unitario della Resistenza - La Spezia
Aprile 2005

PROGETTO 1° CLASSIFICATO

 
Ideazione artistica: Antonio Trotta

Progettisti:
A.T.I. Marco Baronti (capogruppo), La Spezia
RICCO&NERI architetti associati, La Spezia
Ruggia e Bertoli architetti, La Spezia

Collaboratori:
Ing. Mario Del Santo
Arch. Claudia Farinelli
Geom. Angelo Tarallo
     
L’OPERA
Il monumento è costituito da una serie di blocchi di marmo Bardiglio sovrapposti, fino a realizzare una struttura dall’aspetto monolitico delle dimensioni di quattro metri di lunghezza per sei metri di altezza e un metro di larghezza
Sulla sommità, in bassorilievo, è riportata la scritta RESISTENZA, dalle cui lettere, sempre attraverso incisione, viene guidata la discesa di un velo d’acqua, scaturita da una nicchia ricavata all’interno della stele. La discesa d’acqua viene raccolta in una grande vasca inferiore, in cui trova collocazione una “pietraia” realizzata con l’apporto di materiale proveniente da ciascun comune appartenente alla IV Zona Operativa.
L’acqua, dopo aver ruscellato fra le rocce, compare nuovamente a dilavare il bordo della vasca costituito da lastre di pietra di Bedonia, con inciso in altorilievo il nome di tutti i comuni della IV Zona Operativa.
Il visitatore è indotto conoscere la reale vastità del teatro resistenziale, spostandosi alla ricerca della propria comunità e contemporaneamente registrando delle visuali sempre diverse del monumento.

       

L’AREA
Il progetto ha curato la riorganizzazione dell’area monumentale, eliminando le incongruità più evidenti con la nuova dignità assegnata al luogo, ricercandone al tempo stesso una qualificazione che possa valorizzare il monumento non solo in termini di migliore spazialità visiva ma anche quale sede di manifestazioni e ricorrenze.
Per le alberature, trattandosi di elementi vegetali di età storica e di gran valore botanico, si è preferito mantenere la loro presenza, cercando di valorizzarne il loro aspetto naturale.
Si è quindi individuata un’area pavimentata con lastre di Bardiglio posate a “Casentino”, delimitate da bordi in masselli di pietra di Bedonia.
L’area pavimentata rappresenta il contesto ideale per l’avvicinamento e la contemplazione del monumento, per raccogliere i partecipanti alle manifestazioni in occasione delle ricorrenze, per segnalare la sacralità del luogo.
I percorsi di avvicinamento che s’innestano sulla trama dei viali esistenti nei giardini sono identificati con un assito di tavolato in teak, posto a livello con il piano del terreno, delimitato sempre dai bordi in pietra.
La loro presenza ha un significato d’invito all’avvicinamento all’area monumentale, invito rafforzato dalla sequenza degli steli dei corpi illuminanti successivamente descritti.

  

LA SCENA ILLUMINOTECNICA
Il progetto illuminotecnico non prevede l’utilizzazione di un impianto eclatante o modificativo dell’ambiente notturno dei giardini.
Lo scopo è quello della segnalazione e della rilevazione dell’evento, ricorrendo a luci puntiformi a bassa intensità per l’approccio all’area monumentale mentre per la scoperta del monolite si fa ricorso ad un sistema diffuso ma sempre a carattere non intenso.
I percorsi di avvicinamento sono affiancati da linee contrapposte di corpi luminosi a stelo con struttura filiforme cilindrica a cadenza regolare, con la funzione di visualizzare un colonnato con spazialità volumetrica di giorno, luminoso di notte.
Al momento di raggiungere l’area monumentale la scena illuminotecnica cambia: predomina la spazialità, non turbata da elementi estranei che possano limitarne l’uso o condizionarne l’osservazione. Così, l’illuminazione diventa “segnale”, indicando sul pavimento la convergenza ideale all’asse del monumento e i corpi luminosi sono totalmente incassati, di dimensione contenuta e a bassissima intensità per non disturbare la visuale.
Il problema della visione monumentale è risolto con la predisposizione di 4 fari a tenuta stagna posti all’interno della vasca.

LA SCENA D’ACQUA
L’acqua costituisce l’elemento unificante e di rinnovamento del simbolismo realizzativo. 
L’elemento segue due percorsi diversi: uno sotterraneo di esclusiva necessità tecnica; il secondo naturale ed in vista, a caduta libera, per partecipare alla realizzazione dell’immagine monumentale.
La distribuzione del fluido è prevista a circuito chiuso con un’adeguata pompa elettrica per sollevare l’acqua fino alla testa del monolite dove sfocerà in una canaletta di distribuzione.
La caduta avviene per gravità, lungo linee di scivolamento scavate sulle pareti della lastra, in corrispondenza della scritta superiore.
L’acqua sembra sgorgante dalle lettere per defluire lentamente fino a riempire la vasca sottostante, sperdersi, riapparire all’interno della pietraia per poi bagnare, a sfioramento di superficie, il bordo sinuoso con impressi i nomi delle comunità locali dell’area della IV Zona Operativa.
Il sistema tecnologico impiegato è di tipo semplice ed a basso consumo energetico. La canaletta ai piedi del bordo provvederà a raccogliere il ricircolo d’acqua che sarà nuovamente convogliata al corpo pompa.
La vasca è dotata di un opportuno defluitore per agevolare le periodiche operazioni di pulizia, collegato alla rete di smaltimento meteorica.


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