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Concorso di progettazione
Forte San Pietro (Livorno)
Ente banditore: Comune di Livorno - STAFF, Programmi e Progetti Complessi
Dicembre 2008 - Gennaio 2009
PROGETTO 7° CLASSIFICATO
Progettisti: RICCO&NERI architetti associati, La Spezia
Arch. Daniele Neri (capogruppo)
Arch. Gianfranco Ricco
Arch. Fabrizio Esposito
Arch. Michela Nardini
Ing. Mario Del Santo
Collaboratore:
Dott. Paolo Buffa
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Il Forte San Pietro costituisce la cerniera di collegamento e di raccordo tra il tessuto storico del quartiere della Venezia e l’ambito della Stazione Marittima, attraverso le porte e i percorsi compresi nella cinta esterna delle fortificazioni.
La collocazione del Forte, in riferimento al tessuto urbano esistente costituito dai quartieri della città e alle nuove previsioni pianificatorie (stazione marittima), assume un particolare rilievo strategico per la riqualificazione della città storica mediante l’intercettazione dei flussi turistici del porto passeggeri.
Attraverso un'attenta valutazione dei percorsi e delle porte di accesso è stato possibile determinare le destinazioni d’uso degli edifici all’interno del Forte, organizzando di conseguenza le funzioni richieste. Sono stati così stabiliti i percorsi di attraversamento, gli spazi esterni destinati a eventi e manifestazioni, i volumi espositivi, commerciali e di servizio.
La connessione alla città è rafforzata dal fatto che all’interno del Forte verranno ad insediarsi funzioni culturali connesse a quelle già in parte esistenti e di progetto, creando un percorso di valorizzazione del patrimonio culturale della città che passa attraverso il complesso dei Bottini dell’olio con la Biblioteca Labronica e il “Museo della Città”, e il Polo Archivistico Livornese, nell’ambito dell'intervento di recupero del Convento dei Domenicani.
L'intervento di recupero del Forte San Pietro è arricchito dal particolare valore culturale del sito.
Testimonianze di valore storico-artistico impongono un’attenta valutazione sotto il profilo architettonico e l’utilizzo dei materiali edilizi. Si è ritenuto opportuno, infatti, intervenire utilizzando tecniche proprie del restauro architettonico, riportando gli edifici alle originarie dimensioni e forme, con la totale eliminazione delle superfetazioni, al fine di restituire una chiara lettura del contesto.
Unica particolare interpretazione è stata dedicata all’analisi del grande fabbricato di più recente realizzazione, trattandolo come manufatto non storicizzato e, conseguentemente, manipolabile.
Sono state inserite all’interno le attività di carattere commerciale.
L’installazione di elementi simbolici quali la scultura nella piazza grande , il disegno del verde e i prospetti del fabbricato a destinazione commerciale devono essere interpretati come apporto al progetto così come previsto dalla Legge 717/'49.
Il progetto preliminare intende perseguire i seguenti obiettivi:
alla scala urbana la riconquista del Forte quale parte integrante della città, con il collegamento ai quartieri limitrofi e alla stazione marittima; alla scala architettonica il restauro e il recupero funzionale di importanti e significative testimonianze architettoniche; la riqualificazione e la valorizzazione dell’emergenza monumentale costituita dal tratto interno delle mura medicee; alla scala edilizia-funzionale il recupero di un quartiere attualmente dismesso, con il trasferimento all’interno di spazi museali connessi alla città e aree per attività ludico commerciali.
In merito all'aspetto funzionale la soluzione distributiva sarà caratterizzata da un'elevata flessibilità dei percorsi e delle destinazioni d'uso degli spazi interni.
Le superfici scoperte, piazze e percorsi di collegamento, identificati come spazi pertinenti, avranno una loro particolare funzione.
Sono infatti collocati all'esterno un cinema, uno spazio espositivo e un'area per la ristorazione rapida, protetta e mitigata da elementi di vegetazione. La gestione di questi spazi sarà particolarmente semplice in quanto studiati e posizionati per essere facilmente gestibili e ben delimitati.
Come previsto dal bando, alle attività espositive relative alle collezioni di oggetti archeologici, gioielli, cimeli risorgimentali e garibaldini saranno destinati il 70% della superficie pari a 1694 mq circa. Per le attività espositive e commerciali inerenti le produzioni enogastronomiche ed artigianali del territorio saranno destinate il 30% delle superfici totali, circa 618 mq.
Per le previsioni di ricerca di soluzioni a basso consumo energetico e l'utilizzo di impianti di sfruttamento di energie rinnovabili, è stata scelta la soluzione dello sfruttamento dell'energia geotermica e l'utilizzo dell'energia ricavata da impianti fotovoltaici.
L'installazione di elementi fotovoltaici è, comunque, stata confinata sulle coperture degli edifici più arretrati rispetto al percorso pedonale, destinati all'uso di magazzini e centrali termiche e elettriche. Riteniamo, infatti, che in un intervento di restauro quale quello in oggetto, l'installazione di impianti per la produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili (come i pannelli fotovoltaici) sia fortemente invasiva nella percezione di un edificio progettato e realizzato senza questo scopo.
Nel concetto di restauro si possono distinguere due interventi: il primo, di integrazione, con il quale si intende la riproduzione ex-novo di alcuni elementi facenti parte dello strato più esterno del fabbricato (intonaci, coloriture, tegole e infissi) con materiali il più possibile simili a quelli originali; il secondo, di conservazione, che presuppone di non poter operare ripristini e conseguentemente la necessità di conservare ogni traccia, per quanto degradata, poiché tutto contribuisce a documentare la storia dell'edificio.
In funzione di questi due principi si è valutato opportuno distinguere gli interventi tra “monumenti” ed “edilizia minore”, intendendo quale “monumento” il tratto interno delle mura medicee e “edilizia minore” tutti i fabbricati che ospiteranno le attività espositive e di servizio. Nel caso “monumento” verrà perseguito il principio dell'intervento di restauro conservativo, mentre negli edifici “edilizia minore” si applicherà il principio dell'integrazione.
Il sito dell'intervento è caratterizzato dalla presenza delle antiche mura medicee che ne disegnano quasi per intero il perimetro. Il fronte prospiciente via dei Bagnetti ha una mancanza: la totale reintegrazione delle mura risulta sbagliata nel contesto del nostro restauro, quindi il volume delle mura è stato reintegrato mediante l'utilizzo di alte siepi topiate di Carpinus betulus L. (carpino bianco). Per permetterne una crescita continua l'area verrà attrezzata di un'irrigazione a goccia lungo lo sviluppo della vegetazione.
Gli accessi all'area sono quattro, uno carrabile e tre pedonali. L'ingresso principale all'area è Porta San Pietro, individuato dai due edifici laterali che sorreggono la copertura a capanna della quale attualmente si possono leggere i segni sulle mura sopra la porta. Frontalmente si sviluppa il viale principale. Esso ha andamento rettilineo fronteggiato dagli edifici principali,e sottolineato dalla linea d'acqua e luce nella pavimentazione. Sono mantenuti gli alberi lungo il viale e si prevede l'integrazione con un esemplare di Quercus ilex L.,per continuare l'unitarietà del pecorso.
Altro ingresso importante è quello di Porta Carraia sul lato sud, con biglietteria e ingresso dedicato al personale di servizio, unica entrata carrabile all'area che permette l'accesso ai mezzi di servizio e di soccorso.
Gli edifici che si affacciano lungo il viale principale sono i cinque a destinazione museale, l'edificio per gli uffici e l'alloggio del custode, e quello commerciale. Gli edifici A, B e C sono sale museali adibite alle esposizioni temporanee; gli edifici E e F sono per esposizioni permanenti.
Nella visione d'insieme dell'intervento gli edifici museali rientrano nel restauro integrativo delle parti esterne con il consolidamento degli intonaci esistenti, il ripristino delle parti mancanti con materiale di natura omologo a quello esistente, e un'operazione di pulitura della pietra o del cotto consistente nell'asportazione di materiali estranei depositati sulla superficie, dannosi per la conservazione dell'elemento. La scelta del metodo da impiegare deve essere basata sulla natura delle sostanze da asportare, sul tipo di superficie sulla quale sono depositate, nonché dalla loro espansione.
Successivamente dovranno essere adottati procedimenti per l'applicazione di prodotti di protezione che saranno dipendenti dalla natura del supporto da conservare. Nelle pitturazioni verranno utilizzate tinte a calce naturale, applicate con tecniche a velatura.
Tali edifici saranno anche oggetto di soluzioni atte al contenimento energetico mediante l'utilizzo di una nuova coibentazione delle murature e nelle coperture.
Internamente gli interventi si distinguono nell'eliminazione delle pareti non collaboranti per caratterizzare lo spazio con massima versatilità e flessibilità degli spazi, tramite la possibilità di diversificare i percorsi interni e i collegamenti esterni tra gli edifici mediante l'uso di pannelli e teche non fisse e i tunnel amovibili su binari.
L'edificio commerciale è di fatto l'unico intervento di radicale cambiamento dell'aspetto esteriore in quanto la struttura è avvolta da un guscio. Questa scelta è stata obbligata dalla norma per cui in caso di demolizione di un edificio esistente non è possibile la ricostruzione per il recupero della superficie. Di fatto, tutto il progetto è caratterizzato dalla scelta funzionale di non eliminare gli edifici esistenti ma di migliorarli e potenziarli in base alle esigenze richieste.
E' stato deciso di mantenere le murature esterne ripristinandole nelle parti mancanti e intonacandole al grezzo. E' stata eliminata esternamente la copertura non coerente con la tipologia di edificio e internamente le pareti di divisione degli spazi.
L'involucro esterno è, quindi, caratterizzato da una struttura reticolare autoportante in cemento armato che si distacca dalla muratura esistente, rivestita a sua volta da pannelli stampati con opere pittoriche. Questo gioco di volumi è ulteriormente sottolineato dai giochi di luci e ombre che nelle ore serali sono esaltati dall'illuminazione posta nell'intercapedine tra le due strutture.
Quattro portali rossi evidenziano gli ingressi all'edificio. L'interno è caratterizzato da uno spazio unitario, trattato come le pareti esterne con grandi pannellature rappresentanti opere d'arte a grande scala. La funzione dello spazio è duplice: da un lato vendita di prodotti enogastronomici tipici del luogo con un'area degustazione e cottura diretta dei cibi per un totale circa di 20 posti a sedere e gondole e scaffali per la vendita e l'esposizione dei prodotti; dall'altro un lounge bar con banco espositivo e sala con posti a sedere (70 circa), dotata di servizi e ufficio. La copertura è risolta con l'inserimento di una doppia pannellatura in vetro con camera d'aria per evitare l'effetto serra inevitabile di fronte ad una grande superfici vetrata.
A contorno degli edifici principali si ritrovano edifici minori che racchiudono le seguenti funzioni:
- edifici G, locali tecnici e magazzini;
- edificio I, struttura di servizio agli spazi esterni;
- edificio L, servizi igienici e personale di servizio;
- edificio O, uffici e alloggio custode.
Tutti saranno trattati come gli edifici museali mediante un restauro integrativo per gli esterni e un adattamento alle funzioni negli spazi interni.
Gli spazi esterni sono concepiti come luoghi di ritrovo ed emergenze puntuali.
L'intera pavimentazione dell'area è costituita da pietra tipo Colombino Forte, in blocchi di dimensioni irregolari postati a casentino.
La Porta Laterale si affaccia sulla Piazza Grande, spazio pubblico adibito a happening ed esposizioni temporanee di opere d'arte. Al suo interno, l'installazione permanente di un elemento di grandi dimensioni è fortemente simbolica: il “totem” è un traguardo visivo dai percorsi interni. Le lettere di grandi dimensioni sono di vari formati e ogni parola composta è tinteggiata con un colore primario. In questo modo con minima attenzione è possibile leggere “Il museo della città murata”.
Dalla base del totem partono, in direzioni perpendicolari, due linee di scritte incise nel Colombino sempre raffiguranti la frase “Il museo della città murata”. Quella in direzione di Porta San Pietro si unisce con la linea d'acqua e luce che sottolinea l'andamento del viale.
Altro spazio della Piazza Grande è l'area verde: essa è caratterizzata dalla vicinanza alle mura medicee perimetrali, molto imponenti vista la vicinanza. L'attraversamento di quest'area è reso possibile solo percorrendo i volumi di pietra che si intersecano tra loro e che risultano rialzati rispetto al livello della linea di terra con fondo in erba. Intervallati si ritrovano anche esemplari di Quercus ilex L. (leccio) che producono un raffrescamento naturale dell'area. Per ridurre al minimo la gestione delle aree verdi, si è scelta una miscela di erbe resistenti al calpestio (Agrostis tenuis Sibth., Festuca rubra L., Lolium perenne L., Poa pratensis L.), alle temperature tipiche del luogo e che non necessita di sfalci frequenti nell'arco dell'anno.
Proseguendo sul viale lungo le mura un altro spazio importante è dato dall'installazione del cinema all'aperto inserito in un contesto di “nicchia”, caratterizzato da un grande schermo circolare avvolgente e da sedute morbide amovibili a forma di toro. La collocazione del cinema in quest'area è data dalla particolare posizione che è sì laterale rispetto al percorso principale ma è facilmente visibile dai luoghi di ritrovo e sosta presenti nell'area. Tale spazio poi, può essere anche utilizzato non solo per proiezioni cinematografiche, ma anche per filmati a tema inerenti le mostre in allestimento.
Andando ancora avanti, passando sulla sinistra Porta San Pietro e sulla destra l'edificio adibito ad uso commerciale, a terra troviamo i segni cadenzati di linee d'acqua e di luce che sottolineano la regolarità di un impianto di alberi che si scoprirà più avanti. Il boschetto di lecci, geometrico e su due file rappresenta l'area verde raffrescata naturalmente e nella quale è possibile una sosta sui volumi di pietra posati a terra, di forme varie.
Il grande spazio pubblico scoperto pavimentato ha funzione polifunzionale: è utilizzabile per eventi all'aperto, concerti e come ulteriore spazio di appoggio dell'edificio commerciale per manifestazioni enogastronomiche all'aperto.
La piazza è circondata da un “finto” muro di carpino bianco topiato che delimita il perimetro dell'area e ripropone il volume delle mura medicee scomparse della fortificazione. La presenza delle siepi è resa anche necessaria per impedire l'accesso al pubblico alle aree dei locali tecnici e dei magazzini, soluzione adottata anche in altre due occasioni all'interno del progetto, lateralmente agli edifici F e O. La siepe si sviluppa su due file contigue sfalsate che ne permettono l'attraversamento e il percorso tipo labirinto.
Il viale Centrale arriva all'ingresso della galleria sottostante l'edificio culturale posto sul terrapieno che domina l'area di progetto: l'idea è quella di creare un passaggio sotterraneo che colleghi la galleria con l'ingresso di via dei Bagnetti.
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